1 gennaio 2013

Secondo Ponzio Pilato, regia Antonello Avallone

“Secondo Ponzio Pilato”
dall’omonimo film scritto e diretto da Luigi Magni
versione teatrale e regia Antonello Avallone

Il testo rilegge un capitolo di storia sacra puntando sul probabile sconcerto provocato nel governatore romano della Giudea dalla resurrezione di Cristo. Il Ponzio Pilato di Magni è il portavoce di uno scetticismo laico che, dinanzi ai miracoli, altri definirebbero buonsenso: soltanto sul finire si addossa tutta la responsabilità di aver mandato a morte Cristo e chiede a Tiberio, che lo accontenta, di essere decapitato affinché la colpa della crocifissione non ricada sugli ebrei.


Trama
Dopo la condanna, Gesù di Nazareth viene crocifisso sul Calvario. Un tarlo però comincia a rodere la coscienza del Governatore delle Giudea Ponzio Pilato, poiché quell'uomo poteva davvero essere innocente della accuse rivoltegli. Quando il fido centurione Valeriano gli fa sapere che il sepolcro è vuoto, che Giuseppe di Arimatea (messo sotto chiave dai sospettosi sacerdoti del Sinedrio) è inesplicabilmente evaso e che lo stesso Gesù è stato visto da molta gente addirittura ascendere al cielo, il tarlo diventa rovello e la curiosità inquietudine. Mentre qualche soldato comincia a disertare, e la moglie Claudia e Valeriano partono per la Galilea dove Gesù è stato visto, affascinati dal Messia in cui ormai credono, Ponzio Pilato si trova assillato da un problema: pur scettico e pragmatico com'è, il mistero di quel morto che sfugge alla tomba, cammina, parla e va nel suo Regno finisce con il dominare la sua esistenza. Visitando il re Erode Antipa, lo trova nella sua piccola corte, preoccupato ed impaurito a sua volta. Convintosi, infine, che la morte del Cristo è colpa sua, mentre il popolo ebreo deve esserne scagionato anche per le generazioni che verranno, Pilato si reca a Roma. Alla presenza dell'imperatore Tiberio, il cui volto è deturpato dalla lebbra, Pilato vi applica il sudario: il volto di Cesare è risanato. Eppure Pilato chiede a quest'ultimo di essere decapitato. La crocifissione di Gesù di Nazareth, di quell'innocente, è stata un errore tragico, le cui conseguenze non possono ricadere che su colui che l'ha decretata. Solo con la morte Pilato potrà porre fine al suo dubbio, ormai devastante fino alla follia. -


NOTE DI REGIA
Vedendo il film siamo rimasti coinvolti, oltre che dall’originalità con cui viene trattata una storia così drammatica, o per meglio dire la Storia, dai dialoghi così particolarmente teatrali.
Il testo, spesso commovente, possiede anche una forte componente ironica che conduce ad una ilarità quasi liberatoria, dovuta, in primis, allo scetticismo e all’apparente distacco del personaggio di Pilato dai fatti che gli accadono intorno (non si può negare che molti di noi rimangono attratti dal fatto che il protagonista si ponga degli interrogativi, faccia delle considerazioni che nessuno di noi ha mai osato fare in pubblico), ma anche, in particolare, al linguaggio romanesco con cui l’autore ha saputo così elegantemente colorire la storia, fornendo al tutto un sapore di cose quotidiane, concrete. Un sapore che, a nostro avviso, costituisce uno degli aspetti più comunicativi ed efficaci per una ancora maggiore fruizione della storia soprattutto da parte, appunto, degli scettici e dei non credenti. L’insieme di tutti questi fattori ci ha fatto ritenere il testo ricco di una forte valenza teatrale, ovvero capace di esaltare l’effetto emozionale che uno spettacolo dal vivo può regalare..
La versione teatrale è rigorosamente fedele all’originale, sia nel copione in senso stretto che nelle intenzioni che accompagnano il flusso della storia mostrando, in modo parallelo, gli avvenimenti della Passione di Cristo.
L’atmosfera del film è ricreata facendo uso di brani della colonna musicale del M° Angelo Branduardi. I ruoli in dialetto romanesco saranno rigorosamente interpretati da attori romani…di Roma.


Antonello Avallone ha già portato, in esclusiva, con grande successo di critica e di pubblico altri due capolavori di Luigi Magni: IN NOME DEL PAPA RE (125 repliche) e NELL’ANNO DEL SIGNORE (40 repliche) ed è l’unico al quale Magni ha dato la possibilità di portare in teatro ben 3 sceneggiature di suoi film.